Tutto Bohol in un giorno






Bohol è la decima isola più grande delle Filippine, approssimativamente ha forma ovale ed ospita più di un milione di persone amichevoli i Boholanos, popolazione mite e sempre sorridente, orgogliosi e fieri della loro terra. E se avrete la voglia di intrattenervi con loro, scoprirete una popolazione incredibilmente accogliente e sempre ben predisposta verso il turista...


Con questo tour di una giornata si tenta di ottimizzare in tante fermate tutto ciò che c'è da vedere ma se vorrete approfondire una qualsiasi delle visite non avete che da rivolgervi al nostro corrispondente locale. Si inizia, ovviamente, con la capitale dell'Isola: Tagbilaran.
Vanta un bel palazzo del congresso costruito nel 1860 e una storica cattedrale iniziata dai Gesuiti nel 18° secolo e completata oltre un secolo più tardi.
Percorrendo in discesa la strada dietro il complesso della cattedrale, si possono vedere i resti dell'antica Tagbilaran (che qui chiamano Sitios Ubos).



Le due case Rocha, la ristrutturata Casa Beldia, ritenuta la casa in cui Manuel Hidalgo, lo zio di Jose Rizal, soggiornò da esiliato negli anni intorno al 1880, e la Casa Mendoza dove ci sono testimonianze della vita coloniale spagnola a Bohol di oltre un secolo fa.









Attraversando Tagbilaran ci si trova proprio di fronte all'affascinante chiesa di Dauis, situata sull'isola di Panglao. Questa piccola chiesa è famosa per il soffitto trompe-l'oeil; il suo esterno di pietra di corallo finemente lucidata da prova dell'abilità degli artigiani locali e la torre dell'orologio a forma ottagonale costruita nel 1774 richiama alla memoria l'occupazione dei Mori. Il suo arioso convento mostra antiche decorazioni scolpite, affreschi sul soffitto e botole probabilmente utilizzate dal clero durante le incursioni dei pirati. Inoltre una curiosità: proprio sotto l'altare è stato rinvenuto un antico pozzo che, miracolosamente, fornisce acqua fresca e potabile nonostante si trovi solo a pochi metri dal mare.






Proseguendo verso nord, prima di attraversare il confine settentrionale di Loboc, si attraversa un fresco tratto di foresta che copre una superficie totale di oltre 800 ettari: la foresta artificiale di mogano di Candabong. Questi alberi che furono piantati nei lontani anni '50 sono ora monito per ognuno: se l'uomo può distruggere il proprio ambiente, può anche essere strumento per il suo recupero. La tappa successiva porta a Bilar e Batuan: città fondate dopo il 1829 per re-insediare i successori di Dagohoy, che si arrese agli Spagnoli dopo la più lunga rivolta nella storia delle Filippine (1744-1829).









Attraversando il barrio Buenos Aires nella città di Carmen, si possono vedere le colline del Cioccolato famose in tutto il mondo in tutto il loro splendore: si trovano a circa 55 chilometri da Tagbilaran e si estendono per circa 100 chilometri quadrati comprendendo ben tre città. Si dice che, sull'intera distesa le colline siano all'incirca 1260 di altitudine variabile fra i 30 ed i 40 metri.
Per una migliore vista delle colline si può salire una rampa di 214 scalini di cemento da cui si può comunicare intimamente con la natura e scoprire perché queste colline, forse le uniche al mondo nel loro genere, sono chiamate le colline del Cioccolato, e perché sono considerate una dello otto meraviglie naturali di questo pianeta.









Si prosegue poi per il barrio di Bohol dove si trova il santuario che rievoca il trattato di amicizia stretto tra Spagnoli e Filippini nel 1565, il segno commemorativo dell'alleanza fra l'esploratore spagnolo Miguel Lopez de Legaspi e il capo Boholano Sikatuna.











Ritornando verso Tagbilaran e passando atreverso infinite risaie, troviamo la città di Baclayon, con la sua antica chiesa di pietra costruita nel 1724: la più antica di Bohol. Le origini della città risalgono al 1596 quando due missionari Gesuiti vi stabilirono il primo insediamento Cristiano sull'isola.











La chiesa di Baclayon vanta una magnifica collezione di arte sacra coloniale come i suoi retablos ricoperti da tre strati di oro, antiche statue, dipinti su legno, portoni in legno massiccio, crocifissi in avorio, candelabri in ottone, paramenti ricamati d'oro, frontali d'argento e recipienti sacri, oltre ad un enorme libro della musica che si dice sia stato fatto con la pelle di carabo.
Molti di questi oggetti sono esposti nel museo del convento. Da Baclayon è possibile scorgere l'isola di Pamilacan al largo della quale, specialmente nei mesi di aprile e maggio, si possono avvistare balene e delfini. A sei chilometri da Baclayon si trova poi la città di Alburquerque, con la Chiesa, davvero unica per le sue graziose arcate, ed il convento. Questo complesso fu costruito intorno al 1883.








Prima della successiva città di Loay si attraversa la spiaggia di sabbia nera di Clarin che costeggia una piccola baia. Qui, nel marzo del 1565, la flotta di Miguel Lopez de Legaspi gettò l'ancora per cercare rifornimenti e riparo, ed è qui che, molto probabilmente, fu stretta l'alleanza fra i due popoli. Nella città di Loay si può visitare la casa ancestrale della famiglia Clarin costruita a metà del 19° secolo su ispirazione della vita del "Ilustrado" al volgere del nuovo secolo. Una rampa di scalini di pietra conduce alla città a pianta quadrata costruita sulla cima della collina e alla chiesa della S. Trinità datata 1822, con il suo campanile a tutto tondo e tre edifici in pietra risalenti all'epoca della colonizzazione spagnola.








Da Loay, attraversando il ponte sospeso sul bellissimo fiume Loay-Loboc che assume un incredibile colore verde durante i mesi estivi, verso l'entroterra si raggiunge la Citta di Loboc. I Gesuiti vi eressero la loro prima parrocchia nel 1602, due anni dopo aver abbandonato Baclayon a causa di una traumatica invasione dei Mori.











L'attuale chiesa di Loboc, costruita intorno al 1734, è affiancata da un favoloso convento probabilmente unico nel suo genere sull'intero territorio delle Filippine: gli affreschi dei soffitti furono realizzati da Canuto Avila mentre Rey Francia di Cebu durante gli anni intorno al 1920, elaborò, sebbene non concluse, alcune belle sculture sulla parete esterna di pietra. Due Santi sono sepolti nella chiesa: il giovane Boholano di nome Miguel Ayatumo e Fr. Alonso de Humanes. Loboc è inoltre conosciuta come città della musica di Bohol per la sua lunga tradizione rappresentata dalle sue bande di ottoni, gruppi di compositori e di coristi come il Coro dei Bambini di Loboc. Qui a Loboc ci si può 'imbarcare' su uno dei "ristoranti galleggianti": barche che vi porteranno lungo le acque turchesi per una piacevole crociera attraverso uno scenario tropicale incontaminato.






Potete navigare sia contro-corrente in direzione delle piccole cascate che a favore verso la foce del fiume nella città di Loay mentre gusterete un gustoso buffet locale.
Proprio alla partenza delle barche si trova un piccolo recinto dove si possono ammirare alcuni esemplari di Tarsio (Tarsius syrichta), considerato il più piccolo primate del mondo. È una specie in pericolo che trova a Bohol il suo ultimo habitat esistente. Con una monetina c'è la possibilità di dare da mangiare a queste creature così tenere con il loro piatto preferito: grilli.
Incombente su Loboc si staglia una gigantesca croce di cemento chiamata Krus Daku, un punto di pellegrinaggio per i locali soprattutto durante la Settimana Santa.








Questo è solo un piccolo e rapido assaggio di Bohol: oltre alle luccicanti spiagge di sabbia bianca di Panglao e al meraviglioso paesaggio sottomarino di Balicasag e di Cabilao che frequenterete per tutta la durata del vostro soggiorno, potreste dedicare mezza giornata all'avvistamento di balene e delfini a Pamilacan e, magari, allungarvi ancora fino a Maribojoc, Loon, Dimiao, Valencia e Jagna per visitare le loro magnifiche chiese coloniali i cui soffitti affrescati incutono addirittura soggezione.











E, nonostante questo, vi mancherebbero ancora le grotte, le cascate, la natura rigogliosa che caratterizza tutta l'isola di Bohol...