Belongas Bay è esattamente il contrario di quanto ci si può aspettare considerando le caratteristiche delle coste
e delle pareti che normalmente si immaginano pensando a Lombok!
Situata nella zona meridionale dell'isola, vicino a Sekotong, arrivare a Belongas Bay è già di per se
un'avventura: strade accidentate si addentrano in foreste selvagge ed incontaminate e solo dopo qualche ora di
sterrato si raggiunge la baia.
Belongas Bay si presenta al primo sguardo come una tranquilla baia circondata da cocchi ad alto fusto e spiagge.
Per raggiungere l'unico resort presente la si attraversa in barca godendo del silenzio e della tranquillità che
qui regna sovrana, in tutta questa pace non si può nemmeno lontanamente immaginare cosa c'è in mare aperto......
Il resort è semplicemente idilliaco e di un livello sorprendente: solo 3 curatissimi cottage e 2 camere ubicate
nel corpo centrale, il tutto incorniciato da un curatissimo, incredibile giardino tropicale ai margini del quale
si snoda una bellissima spiaggia.
Incastonato nel giardino uno spazioso gazebo viene utilizzato sia per i momenti di aggregazione fra gli ospiti
che per servire i pasti: la cucina di alta scuola invita alla convivialità.
Del tutto inimmaginabile una simile struttura con un simile livello di servizio nascosta in questo angolo di
mondo isolato e fuori mano: il perfetto complemento alle sbalorditive immersioni di Belongas Bay.
La baia è tranquillissima e l'acqua piatta, ma è 'la quiete che precede la tempesta'.
Con la grande barca a bilancieri del diving partiamo subito dopo colazione: il mare è piatto ed i primi 15
minuti di navigazione sono tranquilli ma sullo sfondo, dove si intravede il mare aperto, qualcosa 'stride' e
rapisce lo sguardo. E' ancora lontano e non si capisce bene cosa sia all'orizzonte quella linea bianca che va e
viene.
Mano a mano che la distanza si accorcia cominciamo a capire …. sono onde oceaniche!!!
Un enorme ricciolo bianco si forma sulla cresta ad ogni passaggio d'onda: i nostri amici surfisti impazzirebbero
a questa vista ma noi cominciamo ad armare le difese!
Appena guadagnata l'uscita della baia e affacciati sul mare aperto, la barca volge a babordo per evitare di
beccheggiare troppo.
La costa cambia repentinamente aspetto: niente più foreste verdissime e spiagge che si tuffano in acqua ma solo
nere scogliere verticali. Altissime e verticali.
Anche il mare cambia colore: dal pacifico verde azzurro della rilassante baia ora siamo circondati da una
'pesante' massa scura e cupa che sbatte con inaudita violenza contro le scogliere creando schiumanti sbuffi di
decine di metri. Uno spettacolo davvero emozionante: il contrasto fra le pareti nere e gli sbuffi bianchissimi
crea forme e colori che calamitano l'attenzione.
Fino a pochi minuti fa cullati e protetti dalla tranquillità dell'idilliaca baia, ora 'sbatacchiati' da onde
severe ed impegnative che ci rammentano quanto rispetto è sempre bene portare a questo ambiente che amiamo
tanto.
La barca solca veloce le alte onde e punta sempre più verso il mare aperto. All'orizzonte comincia ad emergere
'qualcosa' di scuro e, man mano che ci avviciniamo, prende forma: è un pinnacolo nero alto qualche decina di
metri. The Magnet !!!
Durante il breefing non ce lo siamo immaginato così imponente ma ora, visto da vicino, è proprio
impressionante.
Pare che debba il nome al fatto che questo enorme e scuro pinnacolo funga da calamita per il grosso pelagico. La
barca si avvicina al pinnacolo sul lato esposto alla costa, il mare è in ebollizione e la barca traballa. C'è
poco tempo per le chiacchiere ma non ne abbiamo bisogno: ci siamo già accordati nei minimi dettagli durante il
breefing. Al tre ci tuffiamo con i jacket in ventosa scendendo velocemente verso il fondo mentre la barca si
allontana per non avere un incontro 'troppo ravvicinato' con il pinnacolo. La visibilità è perfetta nonostante
il mare sia tremendamente scuro!!!Durante la discesa pinneggiamo verso sud per raggiungere la parte del Magnet
esposta all'Oceano dando definitivamente le spalle alla costa. Già questo spostamento, che dovrebbe essere
banale, ci fa capire come nulla di questa immersione lo sarà davvero: correnti laterali, discendenti e
ascendenti ci aspettano rendendo ogni metro percorso differente da quello precedente e difficile da guadagnare.
Non possiamo in alcun modo contrastarle per quanto sono forti, ci possiamo solo limitare ad assecondarle: siamo
solo un piccolo granello di sabbia in mezzo all'oceano di una forza devastante.
Superato questo primo e forte impatto ci concentriamo sull'immersione.
La temperatura dell'acqua si è abbassata molto velocemente: dai 27° della superficie ora il termometro segna 19°
ma mentre controlliamo la strumentazione l'istinto richiama lo sguardo verso il blu: squali martello!!!!
Siamo a 30 metri e 11 squali martello ci vengono incontro lentamente. Siamo pietrificati, solo un dito si muove
ad attivare la telecamera per non perdere la testimonianza di questo momento indimenticabile. Ci passano
vicinissimi incuranti della nostra presenza. Li ammiriamo in tutto il loro splendore e li seguiamo con lo
sguardo finché non scompaiono lentamente all'orizzonte.
Solo ora ci guardiamo l'un l'altro e ci scambiamo grandi sorrisi ed urla eccitate attraverso gli erogatori ma
continuiamo subito la nostra esplorazione: non si può perdere nemmeno un minuto di questa meravigliosa
avventura!!
Svoltiamo verso sinistra lungo un pinnacolo che si erge in verticale e, controcorrente, un branco di barracuda ci
attende: è davvero un muro!!! L'acqua già scura diventa ancora più scura: sono così tanti la luce non filtra
quasi più.
Scendiamo ancora. George ci richiama e, dietro un anfratto, un ventaglio di corallo giallo ci blocca il
passaggio. Ci avviciniamo tentando di seguire il suo sguardo. Non distoglie gli occhi nemmeno un attimo e non
sbaglia: guardiamo meglio e una colonia di yellow pygmy sea horses (Hippocampus bargibanti) è lì a farsi
ammirare.
Quante emozioni!! In soli 7 minuti squali martello, un muro di barracuda e, a 50 metri, una magnifica e rara
colonia di pygmy: quando ancora li abbiamo avuti tutti assieme questi avvistamenti? Mai: non sono ecosistemi che
convivono abitualmente!!
Cominciamo la risalita lungo la parete Nord, la meno esposta del pinnacolo: dobbiamo conservare tempo e aria per
una 'comoda' tappa di decompressione. A 28 metri troviamo una "shark baby-sitting station" dentro una enorme
cavità. Piccoli squali ci guardano stupiti.
Incredibile! Troppe, davvero troppe emozioni! Non vorremmo più
lasciare questo sito 'eppur si deve', il computer non perdona!
La decompressione è comoda solo in senso temporale perché mano a mano che la profondità diminuisce il mare si
infuria di nuovo. Ma non importa: l'emozione compensa il disagio e ci pensano napoleoni, tartarughe e carangidi
a tenerci compagnia mentre passa il tempo E' ora di guadagnare la superficie: ci allontaniamo di nuovo dalla
parete e nel blu incominciamo la risalita verso la barca che pronta ci attende all'estremità della cima del
nostro pedagno….
A questa prima immersione ne sono seguite altre di pari livello ed emozione: Gili Sarang (parete verticale coloratissima e ricca di squali grigi, aquile di mare e mante); Soft Coral Garden (spettacolari pinnacoli sommersi letteralmente coperti di corallo molle), The Cathedral (un nome che è tutto un programma: un altro spettacolare pinnacolo che riserva, a circa 40 mt di profondità, la sorpresa di un'enorme caverna). Tutte esperienze memorabili riservate però a subacquei davvero esperti e che sappiano gestirsi in completa autonomia anche in presenza di correnti molto impegnative.